lunedì 29 settembre 2014

FIERA STUDIARE IN CANADA : UNIVERSITA', COLLEGE, ANNO ALLE SCUOLE SUPERIORI, VACANZA LAVORO,INGLESE E FRANCESE


Canada wordmark_ColourBrand_Complet_Color


Venerdì 7 novembre 2014 ǀ 09.30 - 17.30 ǀ Centro Congressi Cavour Roma

Tornano a Roma le scuole, le università e gli istituti canadesi per la 2° edizione della Fiera Studiare in Canada.
Una giornata aperta a studenti di ogni livello, giovani professionisti, genitori e docenti con scolaresche.
Un’occasione unica per incontrare rappresentanti di università, istituti d’istruzione secondaria, post-secondaria, distretti scolastici e scuole di lingua in Canada, ricevere materiale informativo e assistere a presentazioni. Quest’anno saranno presenti oltre 50 espositori e due associazioni di categoria. 
Ingresso gratuito. Informazioni e registrazione su www.canada.it
Ai margini della Fiera viene organizzato il giorno 6 novembre un Business Day riservato agli addetti ai lavori (agenti, consiglieri e professionisti in istruzione internazionale, rappresentanti di scuole secondarie, istituti post-secondari e istituzioni pubbliche). Ingresso gratuito con prenotazione. Informazioni e registrazione suwww.canada.it
·         Nel 2013, quasi 300.000 studenti hanno scelto il Canada per vivere un’entusiasmante esperienza cross-culturale, ricevere un’istruzione d’eccellenza e accedere a opportunità di carriera a livello mondiale.
·         I punti di forza di un’offerta tanto varia sono molti, a cominciare da un insegnamento di alto livello, costi competitivi e opportunità di lavoro durante e dopo gli studi post-secondari, nella cornice di un ambiente sicuro e accogliente.
·         Sempre più giovani scelgono il Canada per un semestre/anno durante le scuole superiori, non solo per imparare le lingue, ma per entrare nel vivo di una cultura diversa.
·         È un paese dinamico, all'avanguardia nei settori di scienza e tecnologia e dove fiorisce la ricerca; è leader globale in settori quali biotecnologia e scienze per la vita, telecomunicazioni e information technologies e scienze e tecnologie energetiche e ambientali.
·         È un paese bilingue: le sue scuole di lingue eccellono nell'insegnamento dell’inglese e del francese, la cui conoscenza è ormai requisito indispensabile per competere in un mercato del lavoro sempre più concorrenziale e aspirare a una carriera di respiro internazionale.
·         Il Canada offre città vivaci e pulsanti di vita, comunità multiculturali accoglienti e ben integrate, bellissimi spazi aperti e panorami d’incommensurabile bellezza.
·         Programma “International Experience Canada” anche noto come “Programma Vacanza-Lavoro”, che offre ai giovani italiani tra i 18 e i 35 anni la possibilità di ottenere un permesso di lavoro per il Canada valido 6 mesi.

giovedì 25 settembre 2014

FROM THREE LETTERS THAT MAKE PERFECT SENSE TO THE MORE BIZARRE





Some airport codes make perfect sense for example Sydney, Melbourne and Perth, SYD, MEL, PER, the first three letters of each city's name. You'd think it would be just as simple for every other airport to follow, but not so. Brisbane had to ditch the BRI in favour of BNE because it was already taken by an airport in the Italian city of Bari, unfortunately the easy selection of BAR had to be avoided because it was assigned to the Baker Army Airfield which is now abandoned. In some cases the tricky airport code skips a letter or two like Adelaide, ADL, and Auckland AKL or in Hong Kong's case HKG picking a few from both words.

It is widely understood that LAX is for Los Angeles but where does the 'X' come from? It's a remnant from the early days of air travel when airports were referred to by a  two letter weather station code. When the growth of air travel created the need for three-letter codes, the airport’s original designation had an ‘X’ added to ease the transition, as did Portland (PDX).
Dublin took the code DUB which meant that Dubai had to import the 'X' to make it DXB, only really to fill out the three characters needed. In other cases across the world, the airport codes take the first letter of the city's name followed by two letters for the airport itself. London, Heathrow is LHR and London Gatwick is LGW. To really throw a spanner in the works, and getting rid of the L  altogether, London Stansted airport is tagged as STN, slightly confusing.

In Asia, old school sometimes takes preference. Beijing is in fact PEK. It represents the old anglicised name of Peking which was changed to Beijing after the establishment of the People's Republic of China in 1949. In the United States, Chicago is also stepping back in time with its code ORD. While officially known as the O'Hare International Airport, the original O'Hare field strip was adjacent to a small farming community called Orchard Place, which was taken by the airport.

You would be excused for thinking WTF when you a arrive in Canada and discover that all of the nations airports being with a 'Y'
.  In the early days of broadcast radio the North American market was divided into three geographic zones, each carrying a regional-specific letter to be used in front of a station's callsign.The US stations were assigned W if they were located east of the Mississippi River and K if they were west of the mighty Mississippi.
 All radio stations in Canada got Y. So now you've got Vancouver (YVR) and Ottawa (YOW), Montreal (YUL) etc. Toronto airport has YYZ which is more of a puzzler, and came about because YTO was already assigned as Toronto’s generic region code.
The proposed Sydney West Airport at Badgery's Creek has already been christened as SWZ. And there's even the slightly funny ones, that might send out a chuckle. Has anyone flown to SUX? The airport code for Sioux City, Iowa. Apparently the airport has made fun of its unfortunate name selling a variety of SUX souvenirs. But the more unfortunate ones are these. Russia's Bolshoye Savino Airport is stuck with PEE, while the number 2 version goes to Brazil's Poco De Caldas Airport with POO.
There's even one for FAT, the airport code for Fresno, Calif. 

Some Canadian airport codes :

 YVR - Vancouver
YYZ - Toronto
YUL - Montrèal
YHZ - Halifax
YWG - Winnipeg
YQB - Quèbec
YQT - Thunder Bay
YKK - Kitkatla
YOW - Ottawa
YFO - Flin Flon
YYC - Calgary 

The list of all airports both normal and strange is quite extensive.
For additional fun and curiosity consult :
 http://www.world-airport-codes.com/alphabetical/airport-code/y.html


mercoledì 24 settembre 2014

MUSKOKA O ADIRONDACK?



Chiunque abbia soggiornato nelle foreste o nelle campagne del Canada quest’estate, diciamo per esempio in un lodge sulla rive di un lago, si sarà accomodato su una comoda sedia-poltrona di legno ad assaporare l’ineffabile sensazione di relax immersi nella  natura incontaminata tutt’intorno!
 


Sarà stata una MUSKOKA o una ADIRONDACK?

Beh, diciamo la verità, questa originale e  rilassante creazione è da ascriversi ad un designer USA che nel 1903 colse l'ispirazione nelle Montagne Adirondack nel nord dello Stato di New York; i canadesi avranno magari arricchito di dettagli il modello base e le avranno cambiato il nome da Adirondack a Muskoka (trattandosi di una zona – cottage country – nella Provincia dell’Ontario meta di intenso turismo per gli stupendi boschi e laghetti). 


I canadesi ne sono talmente fieri che hanno persino eretto un monumento a questo irrinunciabile arredo da giardino fatto di legno, essenziale nelle linee, coloratissimo e personalizzabile! 








Un bravo hobbista potrebbe costruirsi una sedia Muskoka (pardon, Adirondack!) in men che non si dica.


 

Se poi pensiamo che oltre ad essere denominata in onore di alte montagne vicino a Lake Placid il cui nome a sua volta deriva dalla anglicizzazione del vocabolo Mohawk ratirontaks - coloro che mangiano la corteccia (termine dispregiativo nei confronti degli Algonchini), il suo nome canadese serve anche ad evocare i laghi e boschi a nord di Toronto, probabilmente dal nome di Mesqua Ukee, un capo tribù Chippewa della metà dell'800, che firmò un trattato di vendita di 250.000 acri di terra alla provincia canadese... 
il fascino di questa sedia resta immutabile... che si chiami Adirondack o Muskoka, non importa!

lunedì 22 settembre 2014

AIR TRANSAT CRESCE SUL MERCATO ITALIANO E LANCIA LE PROMOZIONI D'AUTUNNO PER VOLARE A MONTREAL E TORONTO.



Displaying AIR_013_PlaneGround_HR - Copia.jpg



  Air Transat, compagnia canadese eletta per il terzo anno consecutivo miglior compagnia aerea nord americana per i viaggi vacanze nel corso dell’annuale Skytrax World Airline Award, propone per settembre delle speciali tariffe per le destinazioni no-stop verso il Canada e annuncia i primi risultati della stagione estiva recentemente conclusa.
Per coloro che vogliono regalarsi un viaggio in Canada, Air Transat propone tariffe molto
competitive, tasse incluse, per volare no-stop da Roma, Venezia e Lamezia verso Toronto e
Montréal da € 475 a/r.
Per tutto il mese di settembre si potrà volare da Roma Fiumicino a Montréal (5 voli settimanali) a
partire da € 475 e verso Toronto (tutti i giorni tranne il giovedì) da € 485, mentre dallo scalo di
Venezia si può raggiungere la metropoli del Québec (giovedì e sabato) a € 590 e la capitale
dell’Ontario a partire da € 480 (giovedì e sabato) . Infine, Air Transat è l’unico vettore che offre voli
diretti dalla Calabria al Canada con un volo settimanale (tutti i mercoledì), collegando l’aeroporto di
Lamezia con Toronto, con una tariffa a partire da € 575.

Tutti i voli sono operati con Airbus A330-200 e 300 (333 Economy – 12 Club) e A310-300 (238
Economy e 12 Club).

“I collegamenti Air Transat hanno mantenuto durante il periodo estivo un soddisfacente
coefficiente di riempimento registrando oltre il 90% e stanno sempre più consolidando un forte
apprezzamento da parte del mercato Italiano e del trade - commenta Tiziana Della Serra, Sales
& Marketing Director Air Transat Italia, Croazia e Slovenia - Continuiamo a credere che la
politica tariffaria flessibile e competitiva, la continua innovazione del prodotto e del comfort a
bordo, unita all’ offerta point to point da 3 scali italiani siano le armi vincenti. Ogni anno - conclude
Della Serra- rafforziamo la multi-canalità dei nostri interlocutori mantenendo saldo il rapporto con
il trade”.

 A proposito di Air Transat
Air Transat è la principale compagnia aerea canadese di viaggi vacanze. Ogni anno, trasporta
circa 3 milioni di passeggeri verso circa 60 destinazioni in 30 paesi, a bordo della sua flotta di
Airbus wide-body jet e Boeing narrow-body. L'azienda impiega circa 2.000 persone. Air Transat è
una business unit della Transat A.T. Inc., un tour operator integrato internazionale con più di 60
paesi di destinazione e che distribuisce prodotti in oltre 50 paesi.







domenica 21 settembre 2014

LEONARD COHEN RELEASES ‘POPULAR PROBLEMS’ ON SEPTEMBER 23, 2014, A DYNAMIC STUDIO ALBUM OF NEW SONGS






In Popular Problems, his thrilling new studio album, Leonard Cohen gets down into the avenues of our dreams and sets a new tone and speed of hope and despair, grief and joy. Cohen here is an astonished lover rocking to the human condition as "the soul unfolds in the chambers of its longing." His legendary basso resonates as never before with a presence and urgency that arises from the very depths of the heart. The clarity and strength of these nine hypnotic songs will have
us singing them over and over.

In collaboration with co-writer Patrick Leonard, Popular Problems is a masterpiece from the ever-fresh imagination of a musical legend whose songs continue to captivate new listeners and devoted fans.
“Yet again, Leonard Cohen has broken musical boundaries with new creative inspiration,” says Rob
Stringer, Chairman/CEO of Columbia Records, “These nine new songs are simply sublime and innovative with a unique spirit. We're absolutely thrilled and honored to celebrate this milestone with him.”
Popular Problems is Cohen's 13th studio album, and will be released on September 23rd, two days after his 80th birthday.
To celebrate his milestone 80th birthday (September 21), Cohen’s endless poetic energy and legacy can be revisited with a new artist page on iTunes (www.itunes.com/leonardcohen), which features Popular Problems and includes all 12 prior studio albums Mastered For iTunes.
Popular Problems was produced by Patrick Leonard, mastered at Marcussen Mastering and was
recorded and mixed by Jesse E. String with additional mixing by Bill Bottrell.
Revisit Leonard Cohen’s Incredible Legacy on www.LeonardCohen.com

Popular Problems Tracklisting:
1. Slow
2. Almost Like The Blues
3. Samson In New Orleans
4. A Street
5. Did I Ever Love You
6. My Oh My
7. Nevermind
8. Born In Chains
9. You Got Me Singing

ABOUT LEONARD COHEN: Leonard Cohen is a master songwriter, musician, poet, novelist and
visual artist whose stunning body of original work has touched the lives of millions with a career
spanning six decades.
His explorations of spiritual, interpersonal, romantic and political themes have impacted countless
contemporary recording artists and writers. He has sold over 23 million albums, worldwide and published 12 books, the most recent of which was 2006's 'Book of Longing', a collection of poetry, prose and drawings, which reached #1 on the Top 10 Hardcover Fiction Books in Canada.
Cohen's influence on musical and theatrical artists the world over is inestimable.

In fact, when Cohen was inducted into the Rock & Roll Hall Of Fame in March 2008, the revered Lou Reed singled out Leonard as one of the "highest and most influential echelon of songwriters." Cohen's songbook has been covered by hundreds of recording artists including Jeff Buckley, Bob Dylan, Nina Simone, Johnny Cash, Lou Reed, Tori Amos, Nick Cave, Joan Baez, Harry Belafonte, Rufus Wainwright and the Civil Wars. Tribute albums have been released in Cohen's honor in France, Norway, Canada, Spain, Swedish, Czech Republic, South Africa and the United States. In 2008 Cohen's "Hallelujah" became the fastest-selling digital single in European history when three separate versions of the song appeared simultaneously on the UK singles chart - Cohen's own original recording, a version from Jeff Buckley and another from X Factor winner Alexandra Burke. Additionally, Leonard's songs have been frequently selected to illustrate the emotion of motion pictures and television programs and have been heard in Watchmen, The Passion of The Christ, Natural Born Killers, The Wonder Boys, Pump Up The Volume, Secretary, The West Wing, The O.C. and many others.
Leonard Cohen has been honored as a Grammy Lifetime Achievement Award Recipient (2010), inducted into the Rock & Roll Hall Of Fame (2008), the Canadian Music Hall Of Fame (2006), the Canadian Songwriters Hall of Fame (2006) and the Songwriters Hall Of Fame (2010). He has received the prestigious Principe de Asturias Prize – the highest literary award in Spain (Spain, 2011) as well as the Glenn Gould Prize, awarded to an individual for a unique lifetime contribution that has enriched the human condition through the arts (Canada, 2011).  The Canadian native has earned his country's highest civilian honors - Officer of the Order of Canada (1991), Companion to the Order of Canada (2003), Grand Officer of the National Order of Quebec (2008).
Cohen's recent return to live performance was met with extraordinary and unanimous accolades as he
performed around the world from 2008 through 2013. Cohen's mesmerizing recent performances, , deemed"a spiritual experience" by all accounts, totaled 470 shows in 31 countries attended by four million fans.

venerdì 19 settembre 2014

EDOARDO WALTER PORZIO CI RACCONTA IL CANADA, PARDON, IL VIAGGIARE

Questo articolo di Edoardo Walter Porzio vuole stimolare il lettore che ha trascorso una vacanza in Canada a scrivere le sue impressioni di viaggio, magari con qualche foto, che saranno pubblicate  ed interessare certamente altre persone.  


Lungo il mio percorso vitale, dai quindici anni in su, ho viaggiato parecchio malgrado vicissitudini di vario tipo legate al vivere comune, come, studio, lavoro, sport, hobby e, dato il mio carattere eclettico, assaporando una pletora di situazioni emotive di ogni genere. Oggi ,che nell’accezione comune del termine, posso  definirmi “maturo”, sento nascere dentro di me il desiderio, di esternare ad amici e compagni di viaggio la conclusione filosofica del mio excursus esistenziale. Lungi da me l’idea di scrivere una biografia, voglio solamente esprimere (se ci riesco?) il mio pensiero riguardante la “passione” per l’arte del viaggiare. Una ventina d’anni orsono (cosa abbastanza singolare in editoria) fui chiamato da un grosso Editore (Mursia) il quale mi invitò a scrivere un libro che illustrasse alcuni dei miei viaggi più significativi. Il testo che ne uscì “Impariamo a viaggiare” non volle essere un abc del viaggiatore ne, tantomeno, una guida tradizionale, bensì l’invito ad una riflessione interione con cui, ciascun lettore potesse cimentarsi confrontandosi ,in qualche modo, con l’autore. Ossia, considerare nell’intimo i reali motivi di attrazione verso l’avventura che quasi  sempre comporta un viaggio, analizzando gli scopi intrinseci e personali legati alla propria sensibilità e ai propri gusti. Questo fu il mio primo libro. Gli articoli di viaggio che sino ad allora avevo scritto, per varie riviste del settore, rappresentavano solo racconti di vita vissuta ma non necessariamente il sentimento che mi aveva spinto a visitare quei luoghi. La scaletta di “impariamo a viaggiare”, fu impostata espressamente con l’intento di obbligare, in qualche modo, il lettore a rispondere ad una serie di quesiti del tipo: Perché viaggiare? Come viaggiare? Quando? Con chi? In che luoghi? Con che mezzi? Perché in alcuni luoghi e non in altri? Quali sacrifici si è disposti ad affrontare? Ma, soprattutto, per quale motivo spendere soldi, affrontare fatiche, rischi e stress, in nome di che cosa? E’ normale che nel tempo si possa cambiare opinione, io stesso a questi “input” oggi do risposte diverse da quelle che avrei dato in passato. La maturità anche sotto questo punto di vista fa mutare opinioni gusti e pareri che non voglio definire “saggezza” ma, piuttosto, frutto di un accumulo di esperienze che costituiscono poi il sale dell’esistenza stessa, e che ci possono far vedere le cose da angolazioni diverse che in passato. Del resto, come diceva Seneca, “Per ogni arte o mestiere esistono maestri. Per vivere il solo maestro è la vita stessa”. Molti sono gli aforismi sul viaggio, sui viaggiatori, le teorie pseudo filosofiche sul viaggiare, la sua valenza culturale, ecologica e umanitaria, per cui, non mi cimenterò certo in questa materia. La mia esperienza di viaggiatore mi ha permesso di conoscere moltitudini di viaggiatori il cui unico scopo era quello di vantare la loro presenza in luoghi remoti o disagiati, per poter esaltare il loro valore di resistenza e sopportazione a climi o situazioni a volte molto particolari. Altri col solo intento di poter tappezzare la loro cartina planetaria di puntine colorate per dimostrare agli amici sin dove si erano spinti. Tra questi poi, alcuni considerano la parola “turista” come denigratoria da non confondere con quella ritenuta più colta di “viaggiatore”. Se però li confrontiamo con quelli che appartengono alle categorie citate, spesso questi, sono molto più “turisti degli altri. Tale discriminatoria si può applicare solo nel caso in cui per turismo s’intenda passare una vacanza in un determinato luogo limitandosi a passeggiare a riposare a praticare alcuni sport o, al massimo, facendo piccole escursioni. Per il resto: Ibn Batuta, Erodoto, Plinio o Giovanni da Pian del Carpine, erano dei “turisti viaggiatori-esploratori”, i quali si spostavano in territori sconosciuti coscienti di dover tornare con le conoscenze acquisite per illustrarle ai rispettivi popoli d’appartenenza. Infatti etimologicamente: tour-ismo non significa altro che viaggio, spostamento nel tempo e nello spazio compiendo “tour” con l’obbiettivo finale del ritorno. 


Ma non è di questo sillogismo che voglio parlare né intendo tracciare il prototipo del viaggiatore. Quel che è certo è che non sono gli spostamenti da un luogo all’altro del pianeta, per quanto esotici o lontani, a fare di un individuo un vero viaggiatore (mia mamma diceva che “anche le valige viaggiano”). Piuttosto sono i motivi, gli interessi, la curiosità, i sentimenti per cui si scelgono le destinazioni che esprimono la specificità caratteristica di ciascun viaggiatore. Non ultimo, la sua capacità di sintesi di ciò che ha catturato con la vista e le sensazioni emozionali prodottesi in lui a contatto con certe realtà naturali ed esistenziali delle genti incontrate, quindi la sua capacità d’interpretazione di luoghi e ambienti, usi e costumi che qualificano il viaggiatore colto e non la sua presenza fisica vissuta in senso astratto e distaccato. Il semplice reportage fotografico di luoghi e genti non basta ad estrinsecare i sentimenti e le emozioni assaporate in certe situazioni. Con la tecnologia attuale si sono venute a creare condizioni per le quali anche il fotografo più modesto può riprendere in automatico scene che una volta erano retaggio esclusivo dei grandi fotografi. Oggi la differenza tra un vero fotografo e un dilettante è data solo dalla capacità d’inquadratura dei soggetti come si dice in gergo: “il taglio”. Questi aspetti sono solo la copertina di ciò che un vero viaggiatore deve saper cogliere sia in fase di progettazione che durante e dopo il suo viaggio. Va da sé che i gusti come le discipline artistiche siano e debbano essere differenti, per cui, ecco che nella scelta della destinazione il futuro viaggiatore dovrà, in fase di idealizzazione delle mete, scavare nel proprio intimo quali siano gli interessi reali che lo fanno muovere in questa o in quella direzione. Dopo questa premessa, ecco il mio pensiero sulla filosofia che ispira i miei viaggi oggi.
Da ragazzo non perdevo tempo a pensare dove andare, per me era sufficiente: andare! Poiché le mie conoscenze erano pressoché nulle, per cui ogni destinazione, ogni incontro erano per me motivi più che sufficienti a giustificare i miei spostamenti. Come in tutti i campi della vita è con l’acquisizione dell’esperienza e lo sviluppo del proprio scibile che si delineano i gusti, si affinano le proprie inclinazioni e si sviluppa lo spirito. Proprio per queste ragioni, in un progressivo e continuo mutare e allargamento delle conoscenze e dei mezzi economici, (in passato certe destinazioni erano impensabili sia per l’organizzazione che per il costo proibitivo per la mia borsa) ho potuto maturare la mia attuale filosofia del viaggio. A ciò che sto per enunciare, hanno contribuito le mie tante collaborazioni con vari Enti del Turismo che, inviandomi in zone nelle quali il turismo era solo un concetto astratto, mi hanno dato la possibilità di entrare in contatto con realtà a cui coi miei mezzi non avrei potuto accedere. La mia ricerca attuale si è consolidata su due principi fondamentali irrinunciabili: l’approfondimento sempre più spinto della conoscenza dell’umanità che mi circonda, sia sotto il profilo antropologico che storico e ambientale e sulla profondità dei concetti spirituali che legano l’individuo al cosmo che lo circonda. Voglio subito chiarire che secondo me non esistono viaggi culturali e viaggi effimeri. Ogni luogo, ogni individuo a qualunque latitudine racchiude in sé interessi culturali che potranno non essere fondamentali per alcuni, ma che, analizzati da coloro che sono interessati alla disciplina in oggetto, rappresentano sempre motivi culturali di primo piano. E’ ovvio che un naturalista, un botanico, uno zoologo, un entomologo, possano preferire mete diverse da chi ama la natura solo sotto l’aspetto paesaggistico e ambientale. Chi ama la storia medievale sceglie destinazioni diverse da chi è amante dell’archeologia. Chi ama le comodità non si spingerà mai (se non per errore di giudizio) in luoghi inospitali e solitari. Così come, chi ama scoprire usi e costumi di popoli semi-primitivi, non andrà a visitare (se non per caso, ossia di passaggio) le grandi metropoli moderne ultra tecnologiche ma, anzi, cercherà realtà il più possibile genuine legate ad usanze ancestrali diverse dalla sua vita quotidiana e del suo habitat. Ecco che, dopo lunga maturazione durata decenni, si è cristallizzata la mia “filosofia di viaggio”. Di fatto, la parola greca geographia  significa sostanzialmente “il mondo e tutto ciò che esso contiene”. I miei itinerari (pur non disdegnando all’occasione mete eterogenee) si sviluppano attorno alle popolazioni più disparate del globo. La mia conclusione è che, non solo vado a visitare i luoghi dove esse si trovano, ma cerco di far coincidere la mia visita, con avvenimenti o feste particolari tipiche di quelle società. Spesso si sente dire che molti di questi avvenimenti vengono organizzati proprio a scopo turistico e, in molti casi, è proprio così. Ma come in ogni medaglia c’è il suo rovescio. Un giorno durante una delle mie conferenze, ebbi modo di conversare a questo proposito, con l’antropologo Marco Ajme che mi aprì gli occhi su questo argomento, confidandomi una realtà che a molti sfugge. Alcune cerimonie e certe esibizioni “folkloristiche” si possono ancora ammirare proprio perché, gli indigeni che non avrebbero più i mezzi economici o interessi animistici per eseguirle, traggono vantaggio dal fatto che i “turisti” pagano per assistere a queste antiche esibizioni tradizionali che, viceversa, andrebbero perdute. Così è per gli “indiani d’America” per i Dogon del Mali o per il Nadam dei mongoli. “Questo è forse uno dei pochi casi in cui il turismo ha fatto del bene incoraggiando quelle popolazioni a conservare le loro culture”. Così concludeva Marco Ajme e, devo dire, che questa sua affermazione mi trova completamente d’accordo. Un altro obbiettivo irrinunciabile delle mie mete, sono i mercati. Sì perché se i monumenti sono importanti come testimonianze del passato, il mercato costituisce il punto d’incontro delle masse umane, per cui è sempre un luogo di aggregazione estremamente importante. Spesso s’incontrano etnie che vivono in piccoli villaggi sperduti nella selva o sulle montagne, come in Orissa o nelle isole della Sonda o nella Transbaijkalia. Gente che non ha mai contatti col resto delle altre comunità se non nei giorni di mercato che, spesso, ha luogo a decine e decine di chilometri dal loro contesto abitativo. La mia ricerca da qualche anno, e per il futuro, è quindi indirizzata verso questo tipo di viaggio. Una ricerca antropica in senso lato, che va dalle usanze sciamanico religiose agli usi e costumi di popolazioni varie senza la pretesa di essere uno “scout”,  poiché, nel secondo millennio, c’è ben poco da scoprire! Soprattutto, senza mai fare confronti di subalternità tra le diverse culture, ma avendo il massimo rispetto e cercando di assimilare le ragioni originarie di tali culture autoctone. Umiltà e non pregiudizi! Semmai apprezzando ciò che ci accomuna e non disprezzando il diverso solo per la sua natura “diversa”. Al di là della scoperta però, ci sono cose che non si possono trasmettere come  le emozioni e, tutte quelle sensazioni, che si provano in presenza di simili incontri o in occasione di certi avvenimenti. Sentimenti questi che, per il fatto stesso di essere assolutamente personali, non si possono raccontare né con parole né per immagini. Devono essere vissute. Anche in questo caso, però, è ovvio che l’intensità e l’ampiezza emotiva sono legate alla specificità dell’individuo, non possono essere generalizzate. Questa considerazione, non deve fungere da deterrente ma, anzi, deve costituire ulteriore motivo di compiacimento nell’apprendere che ogni essere umano è uguale e diverso da tutti gli altri. Per questo è meraviglioso viaggiare! Per conoscere sempre più e sempre meglio il mondo in cui viviamo. L’unico vero rammarico è che una vita non è sufficiente, ce ne vorrebbero due o forse più.  La mia conclusione è che, pur nel più completo rispetto dei gusti e delle aspirazioni personali, il mio futuro di viaggiatore, sino a quando mi sarà vitalmente possibile, sarà indirizzato verso queste mete, alla ricerca del (per me) vero sale della vita, e cioè le emozioni che generano sentimenti e aprono il nostro animo verso l’infinito e il soprannaturale cosmico dell’esistenza umana. Se ci fossero tanti viaggiatori che condividessero questo modo di pensare, forse ci sarebbero meno conflitti e tutti vivremmo più pacificamente. 

                                                                                         EDOARDO WALTER PORZIO 2014